Tre
anni fa ho aperto questo blog. Purtroppo la mia poca dimestichezza con le
moderne tecnologie informatiche insieme agli impegni scolastici e di vario
genere mi hanno trattenuto dallo scrivere oltre, fino al punto da dimenticare
come si fa ad apporre nuovi materiali nel blog.
Da oggi
tento un riavvio, iniziando una specie di diario, che spero di riuscire a fare
settimanale, intitolato La settimana
confuciana. In esso scriverò riflessioni del momento o notizie di attualità
riguardanti il confucianesimo in tutti i suoi aspetti.
Si sa
che il confucianesimo è anche una religione. Molti sarebbero contrari a
definirlo una religione, ma le ragioni di questo diniego sono complesse e da
studiare singolarmente. Infatti riveleranno tante cose sull’identità di chi
nega. Un conto è se la negazione proviene da un orientale o da un europeo, da
un cinese colto o da un missionario. Non mi dilungo qui su queste cose.
Qui
voglio solo far notare che – come già altri studiosi di religioni cinesi come
Lagerway o Gossaert; non sono io l’unico a pensarlo – la cosiddetta religione popolare cinese può
giustamente venire vista come il volto religioso del confucianesimo. La
religione popolare cinese è il lato visibile del confucianesimo. Il centro
della religione confuciana era (ed è) il culto al Cielo, agli antenati e agli
eroi-benefattori dell’umanità.
Le
pratiche religiose popolari nel cattolicesimo sono controllate e regolamentate
dall’autorità ecclesiastica. Le pratiche religiose della religione popolare
cinese non sono controllate da nessuno e sono un gran miscuglio di elementi
buddisti e daoisti.
Si usa
dire che il confucianesimo non è una religione perchè non ha un minimo di
organizzazione. Effettivamente da un secolo a questa parte il confucianesimo è
caduto in una crisi da cui si sta gradatamente sollevando.
Nei
tempi passati il confucianesimo – compresa quindi anche la religione popolare –
era governato dalla corte imperiale. L’imperatore era il gran sacerdote che in
certi giorni dell’anno prestava culto solenne al Cielo a nome di tutta la
nazione.
Si può
dire che l’organizzazione del confucianesimo coincideva con l’organizzazione
statale. Non c’era un problema di rapporti fra stato e chiesa. Si può prevedere
che col tempo il governo cinese provvederà a riprendere in mano questo ruolo
tradizionale.
I
cosiddetti Centri Confucio che il governo
cinese è andato stabilendo ovunque nel mondo sono un segno premonitore del
futuro.
Taipei, 31
dicembre 2012