lunedì 20 maggio 2013


La Settimana confuciana                    20 maggio 2013

Ideologia del passato o del futuro?

Da un secolo in qua il confucianesimo ha avuto la vita dura. Per varie ragioni storiche la Cina si trovò tutt’altro che pronta all’incontro/scontro con il mondo occidentale. Era in un momento di estrema debolezza. La conseguenza fu che per vari decenni vivacchiò da paese semicoloniale. La colpa venne attribuita al suo retaggio culturale, cioè al confucianesimo.
Il Giappone da sempre si era rivolto alla Cina come alla fonte della propria cultura e al modello delle proprie istituzioni. Quando le corazzate statunitensi vi arrivarono e i giapponesi si resero conto della propria inferiorità tecnologica e militare, da ammiratori e seguaci della cultura cinese divennero seguaci della cultura occidentale e ammiratori del modello anglosassone. Ci fu un rigetto anche del confucianesimo, visto come superato, per riprenderlo pochi decenni dopo come codice etico, ristrutturato però e adattato ad un regime assoluto e militarista. La seconda guerra mondiale si concluse con la sconfitta non solo del Giappone, ma anche del regime militarista e dell’ideologia confuciana.
Con l’avvento in Cina del maoismo, il confucianesimo visse i suoi anni più brutti, ostracizzato come il nemico numero uno della nazione e della razza cinese. Finita la Rivoluzione Culturale, la situazione andò lentamente migliorando. Oggi si parla di un confucianesimo in ripresa, anche se la ripresa pare sia orchestrata dall’alto, cioè tenuta in modo da non creare disguidi alla vita politica e culturale del socialismo (o capitalismo) dalle caratteristiche cinesi.
Se parli con un confuciano, trovi una grande fiducia nel futuro. Il fardello delle critiche che da oltre un secolo sono state dirette al confucianesimo non lo spaventa. Lui ti risponderà: il confucianesimo avrà un futuro, anzi è un’ideologia per il futuro. Due millenni di storia certo pesano, ma il confuciano ti dirà: gli ideali confuciani non sono mai stati realizzati in pieno. Ad esempio, dal punto di vista politico è più che evidente che il regime imperiale era di stampo legista, non confuciano. Quindi c’è ancora molto spazio di azione per chi voglia darsi da fare a costruire una società di stampo confuciano.